Chiesa di San Gaudenzio a Esmate


La chiesa parrocchiale di Esmate, intitolata a san Gaudenzio vescovo di Novara, ha origini molto antiche. Risulta attestata nelle fonti almeno dal 1360, quando dipendeva dalla pieve di Solto Collina. L’attuale edificio è un rifacimento seicentesco. Consacrata il 22 gennaio 1688, venne ampiamente rimaneggiata nel 1839.

Si presenta come una struttura sobria, con una facciata articolata su due livelli, scandita al primo da quattro lesene conclusa da un grande timpano triangolare; al centro si apre un portale in arenaria di Sarnico con timpano spezzato.

L’interno si presenta a unica navata di tre campate. La decorazione parietale venne condotta nel 1859 e fu ampiamente ripresa nel 1935 dai fratelli Angelo e Mario Zappettini con quadrature, simboli eucaristici e strumenti della Passione. Sulla volta si trovano quattro medaglioni: dalla controfacciata l’Angelo Custode, il Transito di san Giuseppe, il Martirio di sant’Agnese e infine San Gaudenzio.

Al centro dell’aula si aprono due cappelle laterali. A destra è collocato l’altare dei Santi Carlo e Filippo Neri, in cui aveva sede la confraternita del Santissimo Sacramento. Realizzato nel XVII secolo, presenta un paliotto con il simbolo eucaristico; la cornice in stucco con colonne tortili in marmo nero e dorature accoglie la pala con I santi Carlo Borromeo e Filippo Neri in adorazione del Santissimo Sacramento attribuibile al pittore intelvese Giacomo Ferabosco. Al di sopra, una mandorla con la figura di Cristo benedicente è inquadrata tra due Angeli con cartigli.

Di fronte la cappella del Rosario, un tempo sede dell’omonima confraternita, accoglie un maestoso altare del XVIII secolo. Il paliotto in marmo nero, con intarsi a motivi floreali, reca al centro un medaglione polilobato con la Madonna del Rosario inquadrato ai lati da due putti. La grande cornice in stucco con dorature riprende e aggiorna il modello dell’altare antistante; due Telamoni sorreggono colonne tortili dipinte a imitazione del marmo rosso; il timpano mistilineo è animato da Angeli reggi-festone; settecenteschi sono anche i Misteri del Rosario di ambito bergamasco, mentre la statua della Vergine è del XIX secolo, a sostituzione della tela ora conservata lungo la parete.

Il dipinto raffigurante la Madonna del Rosario con san Domenico e santa Caterina, è riconducibile ad ambito bresciano del XVII secolo. A fianco si colloca il pulpito ligneo, sorretto da un telamone settecentesco mentre il corpo del pulpito e la scala vennero rifatti nel XX secolo. Di fronte si trova l’organo, originariamente uno strumento della celebre ditta Serassi, datato al 1807.

L’altare maggiore venne realizzato nel 1774 dalla bottega dei Fantoni di Rovetta: presenta scalini e paliotto in marmo nero ad intarsi policromi e ai lati due statuette di San Gaudenzio San Giovanni Battista e si conclude in una grande tribuna centrale con statuette di Angeli e al vertice la figura di Cristo risorto. Al centro della parete absidale, entro una preziosa cornice lignea dorata, si trova la pala della Madonna Assunta tra i santi Gaudenzio e Giovanni Battista, del pittore bresciano Francesco Paglia, databile alla fine del XVII secolo, caratterizzata da un’intonazione fortemente chiaroscurale, ravvivata da bagliori nei panneggi. Ai piedi dei due santi è possibile intravedere un paesaggio lacustre con la chiesa di Esmate come doveva apparire in quegli anni. Poco più tardo è il coro ligneo con intarsi del XVIII secolo. Ai lati della pala vennero collocate, nel 1958, quattro tele di Angelo Bonfanti, raffiguranti da sinistra la Moltiplicazione dei pani e dei pesci, il Sacrificio di Isacco, l’Offerta di Melchisedec e l’Ultima Cena.

 

Francesco Nezosi

 

Per saperne di più:

BELLINI B., La collina di Solto, Cisano Bergamasco (Bg) 1961, pp. 121-128, 139-141, 152.

PAGNONI L., Chiese parrocchiali bergamasche. Appunti di Storia e Arte, Bergamo 1979, p. 177-178.

 

Foto copertina: Linoolmostudio

 

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