Il museo. E altre storie “Oggetti smarriti. Cosa si salva di un’opera d’arte quando la si espone in un museo?”
sabato 25 Gennaio 2025 - h. 15:00
Sabato 25 gennaio 2025 alle ore 15:00 presso la Sala degli Affreschi dell’Accademia Tadini prende il via il ciclo di conferenze nell’ambito del progetto “Accademia Tadini: un museo aperto” finanziato da Fondazione Cariplo.
Chi lavora in museo è spesso portato a privilegiare l’ottica della conservazione, dando per scontato che il ricovero in una struttura museale sia la garanzia grazie alla quale un’opera non corre più rischi. In realtà, un’opera d’arte è il risultato di una complessa stratificazione di significati: il contesto storico, la biografia dell’artista, ma anche la percezione da parte del pubblico sono aspetti ugualmente importanti e da tutelare. Il ricovero in museo, anche con finalità di tutela e di valorizzazione, li raccoglie tutti? o alcuni sono messi in crisi proprio dalla musealizzazione?
Marco Albertario, storico dell’arte, si è formato presso i Musei Civici di Pavia e ha lavorato poi per i Musei Civici di Novara. Dal 2005 è conservatore e dal 2015 direttore della Galleria dell’Accademia Tadini di Lovere. Insegna storia dell’arte presso l’IIS Decio Celeri a Lovere (dal 2019, progetto sperimentale) e dal 2023 è docente a contratto presso la Scuola di Restauro di Botticino.I suoi interessi di ricerca comprendono la produzione figurativa in età sforzesca, la scultura in legno, la storia del collezionismo con particolare attenzione alla prima metà dell’Ottocento. Per l’Accademia Tadini ha seguito il restauro e la valorizzazione della Stele Tadini di Antonio Canova, lo studio e il riallestimento della collezione di porcellane, il recupero della Biblioteca storica, i restauri della Madonna con il Bambino di Jacopo Bellini e della sala che la accoglie, e della Pala Manfron di Paris Bordon, ha curato, anche in collaborazione, le mostre dedicate a Antonio Canova, Giorgio Oprandi, Cesare Tallone e Angelo Morbelli.
Crediti testo: Accademia Tadini
Crediti immagine di copertina: G. Bonomelli