Chiesa della Beata Vergine a Gandizzano


La chiesa di Santa Maria della Neve è anche nota come Beata Vergine di Gandizzano dal nome della località, lungo il tracciato della via Valeriana, in cui sorge. La devozione alla Madonna ha fatto sì che l’edificio fosse trasformato e dotato di opere d’arte di un certo valore durante i secoli. Tali modifiche, non sempre facilmente individuabili, hanno ad esempio occultato una struttura, forse medioevale, inglobata nella canonica di cui sono emersi un soffitto voltato e una feritoia; quest’ultima è compatibile con una fortificazione.

L’assetto attuale risale all’ultimo intervento strutturale dell’ing. Giacomo Cozzoli nel 1853, puntualmente documentato con piante e prospetti. Alla semplice facciata rivolta verso lago si appoggia un protiro sostenuto da colonne in pietra di Sarnico; nella lunetta del portale è dipinta la Caduta di Cristo durante la salita al Calvario.

L’interno è a unica navata con copertura a volta ribassata poggiante su archi che scaricano sui pilastri delle pareti. Tale sistemazione è da ricondursi agli interventi ottocenteschi, così pure le modeste decorazioni a secco della volta. Le nuove paraste e i cornicioni hanno in parte distrutto il ciclo della Passione di Cristo affrescato in controfacciata e nella prima campata a destra. Purtroppo anche l’apertura dell’ingresso principale e delle due finestrelle ai lati ha provocato danni, fatto che dimostra come nel 1539, data di esecuzione degli affreschi, non vi fossero aperture. Questo costringe a ipotizzare una diversa pianta dell’edificio e forse anche un altro orientamento. Gli affreschi, di modesto valore, sono attribuiti a un ignoto maestro: rivestono tuttavia un interesse storico perché riproducono, in versione ridotta e meno efficace, molte delle scene del più noto ciclo di Girolamo Romanino [Itinerario F]in Santa Maria della Neve a Pisogne realizzato 5-7 anni prima. Il ciclo documenta indirettamente l’apprezzamento che gli affreschi di Romanino dovettero ricevere da parte degli abitanti del lago. È quindi probabile che i committenti di Gandizzano volessero per la propria chiesa emulare in piccolo l’impresa degli “uomini” di Pisogne. Gli episodi che più richiamano i modelli di Romanino sono la Crocifissione, la Flagellazione, la Salita al Calvario. Non è certo chi furono i finanziatori di questa e di altre opere, come la serie di affreschi devozionali (superstiti solo nella prima campata di sinistra) attribuiti al Maestro di Sant’Ippolito e Cassiano (vedi omonima chiesa a Zone) o l’organo; infatti è difficile spiegare come una chiesa sussidiaria priva di una cospicua comunità abbia potuto sostenere tali impegni. È noto però che la chiesa beneficiava dell’attenzione della famiglia Martinengo proprietaria di una villa cinquecentesca adagiata in riva al lago in località Conche di Sale Marasino e alcuni suoi membri ebbero sepoltura al centro della navata. La presenza del ciclo della Passione e alcuni indizi ricavati da atti d’archivio sembrano anche deporre a favore di una congregazione religiosa.

Il polittico ligneo nel presbiterio è una pregevole opera scultorea, forse la più importante del Sebino per questo periodo, attribuita all’intagliatore Giuseppe Bulgarini e databile entro il 1620. Il polittico è diviso in tre grandi scomparti da colonne riccamente decorate con racemi e putti. Al centro si trova la Vergine nella posa che può rammentare la Madonna della Misericordia. A tal proposito è interessante segnalare che la chiesa è detta Santa Maria della Misericordia dal vescovo Bollani (1567). Ai lati vi sono San Giovanni Battista San Rocco e, alla sommità, Dio Padre Benedicente. Bulgarini è noto per l’altare di Vione e per la cassa del colossale organo della Madonna di Tirano. Come l’intagliatore sia arrivato a Sale non è noto, ma sembra possibile richiamare i legami della madre dell’intagliatore con un altro ramo della famiglia Martinengo (i conti Martinengo di Padernello).

In chiesa vi era forse un precedente polittico di cui restano le statue lignee dei Santi Pietro e Paolo (XVI secolo), ora poste nella campata di sinistra.

 

Federico Troletti

Per saperne di più:

Chiese sussidiare di Sale Marasino, a cura di Troletti F., Montichiari (Bs) 2013, pp. 115-155.

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