Santuario di Santa Maria di Lovernato
Elevato in un contesto rurale e in una via battuta sin dall’epoca romana, il Santuario di Santa Maria di Lovernato a Ospitaletto deve il suo nome al luogo in cui sorse, nominato Luernaco in un documento dell’807.
Di forme modeste all’esterno (con semplice profilo a capanna), esso preserva al suo interno un ricchissimo palinsesto di affreschi votivi, frutto della committenza delle famiglie locali; non è solo un’antologia pittorica dei maestri che lavoravano sul territorio franciacortino tra il XV ed il XVI secolo, ma può essere letto come un vero e proprio archivio documentario dipinto tante sono le iscrizioni e i cartigli che permangono sulle sue pareti, le quali consentono di ricostruire alcune dinamiche sociali e storiche dell’epoca.
La decorazione parietale, compiuta tra il 1479 ed il 1529, presenta una perfetta divisione tra navata e presbiterio: nella prima si moltiplicano i riquadri votivi dedicati alla Vergine e ai santi, mentre nel secondo si sviluppa un ciclo unitario dedicato alla salvezza dalle pestilenze e all’ortodossia.
La maggior parte degli affreschi della navata (dove risulta preponderante la figura della Vergine col Bambino in trono) è attribuibile al Maestro di San Felice del Benaco, un pittore protagonista di numerosi cicli pittorici sparsi sul territorio bresciano; accompagna i numerosi riquadri votivi la rappresentazione di animali (come mucche e cavalli) presenti in altri contesti bresciani, testimonianza di un mondo dominato dai ritmi della campagna in cui era necessario chiedere grazia per la salvezza di quegli animali necessari al lavoro dei campi.
Nel presbiterio, la decorazione (compiuta negli anni Venti del Cinquecento) viene affidata a due maestri di rilievo su committenza di Frà Benedetto da Rezzato, il quale si fa ritrarre in atto di preghiera ai piedi dell’altare. Mentre non è stato possibile identificare il primo artista (di cui sono state riscontrate attività con Francesco Prata da Caravaggio), è invece certa l’identificazione dell’autore dei due lunettoni: si tratta di Vincenzo de Barberis, artista bresciano formatosi a contatto con i grandi maestri della Milano leonardesca come Bramantino, Zenale e Bernardino Luini; a Lovernato, il pittore realizza una sacra conversazione che si svolge in un paesaggio naturale: la Vergine Maria è affiancata da santi taumaturghi, come Sant’Antonio Abate (frequentemente invocato per la protezione degli animali), San Rocco (protettore dalla peste) e Sant’Erasmo (pregato per tutelarsi dai dolori intestinali).
Testo fornito da Franciacorta da Scoprire.
Fotografie fornite da Parrocchia di Ospitaletto.