The Floating Piers


Tra il 18 giugno e il 3 luglio del 2016 l’artista bulgaro Christo, dopo due anni di lavoro, ha reso fruibile al pubblico il progetto The Floating Piers. Il progetto per quanto provvisorio, come spesso accade alle opere contemporanee, rappresenta l’ultimo rilevante episodio in ordine di tempo e di risonanza mediatica dell’attenzione del Lago d’Iseo verso l’arte contemporanea. I visitatori hanno potuto percorrere l’installazione che si sviluppava tra Sulzano, Montisola e l’isola di San Paolo. A questa fruizione diretta si accompagnava la nuova possibilità di lettura del paesaggio dai punti panoramici presenti sulle alture circostanti.

L’idea progettuale era stata formulata e proposta da Christo e dalla moglie Jeanne-Claude in 2000 Metres WrappedInflated Pier, che doveva essere realizzato presso il Rio de la Plata nel 1970 e in The Daiba Project, Project for Odaiba Park, pensato per la baia di Tokyo nel 1996. Queste realtà ampie o fortemente urbanizzate non consentirono l’attuazione del progetto a causa di complicazioni tecniche, burocratiche o economiche. Christo è passato quindi a una dimensione nuova, intimamente riferibile alla fascinazione del paesaggio lacustre, certamente influenzata dalle condizioni climatiche e morfologiche di questo paesaggio, perfettamente rispondenti alle necessità tecniche del progetto.

The Floating Piers, che nasce con queste premesse, è quindi un’installazione site-specific, che presenta, nelle intenzioni del suo creatore e in quelle del direttore del progetto Germano Celant, un rapporto imprescindibile e inedito con l’ambiente che l’ha accolta per due settimane. Il progetto si compone di una serie di pontili galleggianti in polietilene ad alta densità ancorati al fondale del lago, e rivestiti di tessuto arancione cangiante e increspato. Grazie a queste caratteristiche la superficie dell’installazione coglie e riflette la luce nelle sue diverse declinazioni e nelle varianti di sfumature che dalla sensazione metafisica della luce zenitale passano poi alle atmosfere serotine, fino ad arrivare alla notte illuminata dalla luna e dalle luci artificiali. Anche il lago svolge un ruolo attivo entrando in contatto con le sensazioni percettive di chi percorre la strada arancione dai bordi inclinati, che sono stati pensati per immergersi dolcemente nell’acqua.

L’operazione di The Floating Piers va ad arricchire la galleria dei water projects che Christo e Jeanne-Claude hanno sviluppato in diversi luoghi del mondo negli ultimi quarant’anni. Come infatti in Wrapped Coast. One Million Square Feet, il progetto sulla Little Bay di Sidney del 1969 o in Surrounded Island, installazione inaugurata nel 1983 nella californiana Biscayne Bay, The Floating Piers propone un nuovo dialogo con l’acqua, elemento che da sempre ha rappresentato una sfida per l’uomo e il suo tentativo di urbanizzazione. Con The Floating Piers Christo propone una soluzione architettonica nuova, che realizza l’utopia urbanistica di una rilettura del paesaggio, dello sguardo e delle abitudini dei suoi abitanti. Tale utopia viene portata avanti con mezzi ingegneristici all’avanguardia e una poetica propria che, uscendo dai meccanismi dell’individualismo narcisistico, è in grado di interpretare certe esigenze dell’arte contemporanea. Contestualmente, enfatizzando la dimensione in primis tattile e sensoriale del progetto, l’artista aiuta lo spettatore ad uscire lo spettatore dal ruolo passivo imposto dall’elitario sistema di fruizione di una parte dell’arte contemporanea facendolo diventare parte attiva dell’opera.

 

Silvia Capponi

Iniziativa realizzata nell’ambito del bando Wonderfood & Wine di Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia per la promozione di Sapore inLOMBARDIA

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