Chiesa di Santa Maria Assunta
Edificata in posizione elevata rispetto al centro di Pisogne, la parrocchiale – chiamata a sostituire la pieve lontana e cadente – è preceduta da un’ampia gradinata che ne esalta le proporzioni. Il progetto fu affidato al canonico Antonio Marchetti, coinvolto nei più importanti cantieri bresciani della seconda metà del Settecento, tra cui quello del Duomo Nuovo. Marchetti consegnò i disegni per l’edificio il 16 settembre 1769, affidando l’esecuzione al comasco Pietro Antonio Cetti, naturalizzato bresciano; questi apportò alcune modifiche al progetto originario, causando diverse lungaggini e una polemica che vide anche l’intervento dell’architetto Gaspare Turbini come consulente circa l’assetto finale della parrocchiale, portata a termine solo nel 1798.
L’edificio, a ogni modo, mantiene le caratteristiche più tipiche dei progetti di Marchetti, a partire dall’imponente facciata, che richiama quella del Duomo bresciano, nella soluzione del timpano spezzato e della slanciatissima finestra, per continuare nelle due coppie di pilastri su parete fortemente aggettante. Ancora, di schietta impronta marchettiana sono la navata unica e il profondo presbiterio, unificati da un grande cornicione classicheggiante e da alti pilastri con capitelli corinzi lungo il perimetro. Le tre campate, cui corrispondono altrettante cappelle, sono scandite da archi che movimentano il volume interno. All’esterno sono ben visibili i contrafforti necessari a sostenere i 32 m di altezza della struttura.
La decorazione interna si protrasse per molti decenni, fino alla consacrazione della chiesa, avvenuta nel 1881.
Le volte e gli arconi, decorati a rosoni, sono impreziositi da cornici e da statue in stucco di Basilio Serena da Campione. Per la decorazione delle diverse campate furono chiamati i migliori pittori dalle accademie lombarde. Nelle volte dell’aula si susseguono lo Sposalizio della Vergine del milanese Giosuè Sala (1803), autore anche della seguente Presentazione di Gesù al Tempio (1795). L’Assunzione della Vergine nella volta centrale è del mantovano Felice Campi, ispirato all’omonimo soggetto dipinto da Correggio nel Duomo di Parma; l’arrivo di Campi, allievo di Bazzani, sanciva il prestigio del cantiere di Pisogne, essendosi questi distinto nella decorazione di Sant’Andrea a Mantova e nel suo ruolo di vicedirettore dell’Accademia d’arte della città natale.
La volta del presbiterio fu firmata dal salodiano Sante Cattaneo nel 1798, con un grandioso Episodio dell’Apocalisse e i 24 Seniori, mentre il catino reca l’affresco con La caduta della manna (1835), considerata il capolavoro del pittore milanese Cesare Poggi, allievo di Camuccini.
Il dipinto più importante della chiesa è, senza dubbio, il grande Calvario sulla parete di fondo del presbiterio, dipinto dallo stesso Poggi in modo drammatico e solenne; la tela fu terminata dagli allievi, poiché il maestro morì nell’epidemia di colera del 1836.
Anche dopo la consacrazione, diversi artisti continuarono a decorare gli altari della chiesa; tra questi, il camuno Antonio Guadagnini dipinse un Transito di san Giuseppe (1880); Gaetano Cresseri, uno dei pittori più apprezzati dalla borghesia bresciana e di spiccata tendenza simbolista, consegnò i tre dipinti della cappella di San Costanzo (1908), con i suoi consueti toni brillanti e le forme eleganti e manierate.
L’edicola neoclassica che inquadra la Madonna del Buon Consiglio fu architettata da Rodolfo Vantini attorno al 1840, in occasione del trasferimento del dipinto dalla chiesa della Madonna della Neve alla sua attuale collocazione. La piccola tela, copia dell’immagine mariana esistente nella Casa Generalizia degli Agostiniani in Genazzano (Roma), era divenuta infatti molto popolare durante il colera del 1836, occasione in cui si pensò a un nuovo altare nella parrocchiale.
L’organo dei bergamaschi Serassi è uno dei più completi del territorio bresciano; originariamente realizzato per la chiesa del Gesù di Napoli fu successivamente adattato (1855-1858) alla parrocchiale di Pisogne.
Fiorenzo Fisogni