I nuclei storici di Sulzano


Il Comune è composto di diversi centri: a lago vi è Sulzano, sede municipale, mentre lungo il versante del monte si trovano a diverse quote le contrade di TassanoMartignagoGussago e Gazzane.

Sulzano, probabilmente dal nome gentilizio romano di Sulcius o Saltius, nasce come porto sul lago dell’abitato di Martignago, primo insediamento umano della zona collocato verso il monte.

Tutto il territorio faceva parte dei possedimenti dei grandi monasteri bresciani: vicino a Tassano, in località Santa Giulia, vi è ancora oggi una cascina rustica di antica formazione con corte recinta da un alto muro e, sopra Martignago presso il complesso di San Mauro, il monastero di Sant’Eufemia possedeva un piccolo cenobio dal quale dipendeva anche la chiesa di Santa Maria del Giogo, posta sul valico tra la riviera sebina e la Val Trompia.

La chiesa principale di Martignago, intitolata a san Cassiano (ora San Fermo), era posta su un poggio discosto dal paese e documenti del 1180 la segnalano come dipendente dalla pieve di Sale Marasino. Alla stessa epoca dovrebbe risalire anche la chiesa di San Giorgio, posta invece nella parte più prossima al lago.

Alla fine del XV secolo Sulzano era ancora una piccola frazione del comune di Martignago, con le case dei pescatori sulla riva e una darsena dalla quale partivano le barche che trasportavano le merci agricole al mercato di Iseo. Dal porto transitavano, diretti verso la Valle Canonica, anche i materiali estrattivi provenienti dal vicino Montecolo, dove vi erano le cave di pietra utilizzata per la produzione della calce.

Con lo spostamento della parrocchia a Sulzano, nei primi anni del secolo XVI, il paese a lago prevalse per importanza ed estensione rispetto a Martignago. La via lacustre, più comoda per il traffico delle merci, accrebbe l’indirizzo commerciale e artigianale del borgo, avviando un processo di sviluppo che valorizzerà non più gli insediamenti sulla collina, che rimarranno agricoli, ma la fascia a lago.

Nel corso del Seicento furono costruiti numerosi mulini che sfruttavano la forza motrice dell’acqua che scendeva abbondante lungo la Valle dei Molini posta a sud rispetto alla parrocchiale.

La chiesa di San Giorgio diventò ben presto insufficiente per l’incremento della popolazione e venne totalmente ricostruita nel 1740 su disegno dell’architetto Antonio Turbini.

Nell’Ottocento si svilupparono varie attività: la bachicoltura, la lavorazione della lana e della seta, la filatura del cotone e l’artigianato delle reti. Con la costruzione della nuova strada litoranea e della ferrovia, che consentivano comunicazioni più veloci verso Brescia e la Valle Canonica, l’attività tessile ricevette un notevole impulso e i piccoli laboratori artigianali divennero vere e proprie fabbriche con un notevole incremento occupazionale. Sono gli anni in cui a Sulzano vi sono filande, tessiture, torcitura del lino e due importanti retifici, Ziliani e Cittadini, famosi in tutta Italia.

Nel Novecento lo sviluppo della navigazione e il miglioramento della strada litoranea avviarono una nuova trasformazione in senso turistico del paese che, per la sua posizione di fronte a Monte Isola, era il principale porto per il traghetto. Sorsero importanti alberghi, stabilimenti balneari ed eleganti case di villeggiatura con bei giardini.

La visita al borgo può iniziare dalla piazza del municipio, per poi scendere a lago dove, nei pressi dell’attuale porto e imbarcadero si prende l’antica via Ponta (ora Cadorna) che corre parallela al lago. Si notino presso il porto vecchio la settecentesca chiesetta della Visitazione, che faceva parte di un’importante villa distrutta da un incendio, al cui interno vi sono affreschi attribuiti a Domenico Voltolini, e una bella villa Liberty del primo Novecento.

Attraversando la strada provinciale ci si porta nella parte alta del paese con ampi panorami sul centro storico a lago e su Monte Isola. Dopo aver visitato la parrocchiale di San Giorgio si può risalire ulteriormente la costa lungo la via dei Mulini dove emergono i resti degli antichi opifici tra lo scrosciare delle acque dell’omonimo torrente.

 

Angelo Valsecchi

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