Sentiero 7 Da Adrara San Rocco al colle Dedine

Giunti al parcheggio di Piazza Papa Giovanni XXIII (Lat. 45.714174°, Lon. 9.958495°), si attraversa la piazza e ci si incammina lungo la via che porta alle contrade Dumengoni e Martinelli, seguendo la prima parte descritta al percorso 744: lo stretto vicolo porta in breve al torrente, dove l’acqua limpida lascia intravedere trote guizzanti; superata la Chiesetta dedicata ai Morti in Valle, si imbocca un caratteristico ponticello e si abbandona la riva del torrente per seguire una ripida mulattiera, che si inerpica verso i prati terrazzati e le cascine sovrastanti.
Dopo avere superato alcuni tratti ripidi e tortuosi, appena sopra il ripido pendio che lascia intravedere la profonda forra sottostante, scavata dal torrente Guerna, la mulattiera entra nel bosco, costituito in gran parte ancora da Castagni, Faggi e Carpini. Il sentiero attraversa alcune vallecole laterali, con un apporto idrico assai variabile a seconda della stagione, si giunge alla prima contrada abbandonata, quella di Bariletti (690 m. e 1 ora dalla partenza).
Le meste rovine, segno dimenticato di fatiche non troppo lontane nel tempo, meritano sicuramente una sosta e una riflessione, mentre l’ambiente, anche se reca i segni dell’abbandono, mantiene intatte le sue prerogative più interessanti.
Poco oltre infatti, prima dell’altro abitato “Piei”, ormai fantasma, un’altra valletta propone una serie di piccoli salti d’acqua veramente incantevoli, circondati da una lussureggiante vegetazione, tipica delle zone umide ed ombrose. Il sentiero si fa più stretto e meno battuto, mentre il ripido, in particolare la Val Cantiere, è sempre più caratterizzato da conifere opera di rimboschimento.
Man mano che si sale in quota, il sentiero lambisce sempre più da vicino la riva del torrente, profondamente inforrato, ora quasi a livello del percorso; la vegetazione spicca con splendidi esemplari di Ontani e Faggi, mentre il percorso si va via via trasformando in un’esile traccia. La fatica del proseguire è compensata dalla possibilità di attraversare un ambiente da decenni lasciato a se stesso e tornato quasi allo stato selvaggio con frequenti passaggi a ridosso dell’acqua e anzi, in alcuni tratti, è possibile (e addirittura più agevole) percorrere lo stesso alveo roccioso, livello dell’acqua permettendo. Dopo circa mezz’ora di cammino, la traccia si ferma e si deve guardare il torrente per ritrovarla sull’altro versante e giungere, dopo altri 15 min. nei pressi di una radura, dove la valle si allarga, il sentiero si fa più evidente e continua a costeggiare il torrente, che in questo tratto, molto largo e pianeggiante, scorre sugli strati orizzontali di roccia. Dopo poche centinaia di metri il sentiero devia bruscamente a sinistra, abbandona il fondovalle e sale verso un cascinale (in questa zona trovano origine le fonti del torrente, denominate “Fonti di Zandét”), percorrendo un sentiero con vetusti ciliegi che prosegue verso destra, confluendo poi in un’ampia sterrata. Al primo tornante si lascia la strada per imboccare l’evidente sentiero che attraversa una vallecola sulla destra, e ci si inoltra nella fitta boscaglia che ricopre la valle. Il sentiero si fa via via più impervio, mentre la vegetazione rende più fastidioso il cammino; si prosegue seguendo la traccia fi no a raggiungere e superare una valletta.
Poi si sale fi no all’incrocio con due sentieri, si imbocca quello che sale a sinistra fi no a sbucare nel prato sottostante ad una cascina (m. 1081, 3 ore dalla partenza); si raggiunge il sentiero che da questa attraversa il pascolo, dove svetta maestoso Cerro, specie di quercia poco comune da queste parti, e ci si inoltra nel bosco.
Ancora un tratto impervio reso poco agevole dalla fitta vegetazione, sbuca in una ripida radura nei pressi di una cascina recintata; si attraversa il pendio erboso e si sbuca nella sterrata del TPC/701, asse portante dei percorsi escursionistici della zona, nei pressi della località Galena (m. 1160). Da qui l’itinerario si fa molto più semplice, ripercorrendo in pratica il TPC/701 su strada sterrata e asfaltata fi no al Colle Dedine (995 m., 4h dalla partenza) magnifico punto panoramico sulle due valli che divide: da un lato la conca di Vigolo, il lago d’Iseo e in lontananza il Guglielmo e Montisola, dall’altra i Colli di S. Fermo, Adrara e Foresto Sparso. Dopo avere apprezzato il panorama, scendere per prati a destra del colle, fi no a ritrovare la mulattiera che ci riporterà, con il suo percorso ripido e tortuoso, verso Adrara.
Dopo aver attraversato le ultime pendici boscose e facendo attenzione al fondo pietroso del viottolo, ci si immette nuovamente nella mulattiera che porta al ponte sul torrente Guerna, e quindi, dopo circa 5 ore, al punto di partenza.

Testo e immagini fornita da:
Gruppo Sentieri Adrara San Martino e A.S.D Nordic Walking Lago d’Iseo – Paratico
Gruppo Sentieri di Adrara


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