Il nucleo storico di Cologne
Il centro della vita cittadina è Piazza Garibaldi, le cui conformazione ed architettura derivano da un sondaggio pubblico tra gli estimati del paese effettuato tra il 1819 e il 1820, dopo la consultazione dei sigg. Pietro Suardi, Giovanni Passoni, Andrea Parzan e don Viganò (proprietari dei terreni); essa venne intitolata a Giuseppe Garibaldi come da deliberazione del consiglio comunale del 1861. Si tratta di un ampio spazio alle pendici del Monte Orfano, che ricorda l’Agorà della polis greca e su cui si affacciano gli edifici storici principali del paese.
La chiesa parrocchiale dedicata ai patroni SS. Gervasio e Protasio (dalla facciata imponente con quattro massicce colonne corinzie sormontate da un timpano) fu eretta tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento su disegno di Gaspare Turbini, su un’area da secoli deputata agli edifici sacri del paese. L’interno (recentemente restaurato) è ornato dagli affreschi di Giuseppe Teosa e Gaetano Cresseri; il primo altare a destra (dedicato alla Madonna che protegge Cologne) presenta il dipinto di Angelo Pietrasanta (discepolo di Francesco Hayez) e la pala d’altare dedicata al martirio dei patroni (dipinta nel 1588 da Pietro da Marone), mentre l’altare maggiore con marmi policromi e inserti bronzei fu realizzato su progetto di Rodolfo Vantini.
A fianco della chiesa parrocchiale si trova la torre campanaria, la cui costruzione iniziò nel 1500: lo testimonia la pietra con l’iscrizione “Adì 14 Marzo 1514”; fu portata a termine in epoca comunale (in cui venne utilizzata anche come prigione) ed allo stato attuale nel 1863. Solo nel XVI secolo fu dotata di un orologio per scandire i tempi della giornata lavorativa, mentre il concerto di campane fu ripristinato il 23 maggio 1946.
L’attigua chiesa della Disciplina o di S. Lorenzo (forse cinquecentesca) aveva la facciata coperta di affreschi del XVI secolo, raffiguranti episodi della vita di S. Lorenzo. All’interno della primitiva navata centrale ne fu aggiunta una laterale, che forse servì da coro ai Disciplini; l’altare maggiore del XVII secolo è di stucco e di rilevante importanza è anche la pala d’altare raffigurante la Vergine con i santi Lorenzo, Stefano e Carlo.
Sul lato opposto della piazza sorge il seicentesco Palazzo Suardi, ora sede del Municipio; vi si accede tramite un ampio portale in pietra di Sarnico (tagliata in modo da renderlo prospettico) ed è sovrastato da un balconcino in pietra arenaria. Attraverso un ampio androne si entra nel porticato formato da 4 luci su pilastri in pietra di Sarnico ed altri 7 in muratura a dadi sovrapposti, sui quali sono impostati 6 archi; si accede al piano superiore mediante una comoda scalinata che immette nella galleria (sulla quale si affacciano i vani del piano nobile) ed all’interno si possono ammirare frammenti di affreschi provenienti dal vecchio municipio raffiguranti una Crocifissione ed i ritratti dei SS. Gervasio e Protasio (risalenti al XV secolo).
A poche decine di metri dalla piazza sorge il Palazzo Passoni Gnecchi, nella forma attuale ad L in stile neoclassico dal 1810; sotto il porticato vi è la sala più importante del palazzo, affrescata dal grande pittore Giuseppe Teosa: sono raffigurate le rive del Lago Sebino e scene mitologiche campestri, mentre il soffitto rappresenta un giovane Apollo attorniato da un Olimpo felice e che si accinge a salire sul carro del sole per l’avventura del nuovo giorno. Il parco retrostante la villa (di poetica eleganza paesaggistica) raggiunge le pendici del Monte Orfano.
Il complesso di edifici denominato “Il Castello” (sito a metà dell’omonima via) identifica nell’insieme i palazzi Gnecchi, passati nei secoli in varie proprietà; vi si distingue il castello vero e proprio con cantine, portico, pozzo e corte risalenti al XII secolo, a cui si aggiunse la “Biolcheria” (con annesso granaio) nel XV secolo. Negli anni successivi si costruì la cosiddetta “agenzia” o casa del fattore dei conti Gnecchi, successivamente ampliata ed ammodernata; al primo piano (nel salone principale) un lungo fregio di affreschi strappati decora le pareti. Tra il XVI ed il XVII secolo, nei terreni antistanti si costruì il palazzo della famiglia Gnecchi. Nell’androne di passaggio dalla corte al parco della villa sono riportati numerosi detti e proverbi, riferiti alla tradizione contadina e agricola del paese.
Fotografie e testi forniti da Comune di Cologne.