Oratorio di San Rocco a Peschiera Maraglio


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A Peschiera Maraglio, nell’Oratorio di San Rocco attiguo alla chiesa parrocchiale, si conserva un ciclo di dipinti murali di altissima qualità e di grande interesse. Il ciclo si estende a tutta altezza su tre delle pareti di una stanza di dimensioni abbastanza ampie (4,30 x 3,20 m) sulle quali si ripete la raffigurazione di alcune figure maschili immerse in fondali paesaggistici delimitati da pilastri a finti marmi e da una trabeazione superiore con fregi a grottesche. La parete sud/est, quella meglio conservata, mostra, su uno spettacolare sfondo lacustre, san Sebastiano, san Rocco e un santo, forse Pantaleone, inquadrati dalle finte architetture. Sulla parete sud/ovest, molto rovinata e in parte compromessa dall’apertura di una finestra, si vede una figura maschile in piedi posizionata sulla soglia di un edificio, la mano sinistra tesa in avanti, la destra a reggere un copricapo azzurro. Sulla parete nord/est è visibile San Rocco, verosimilmente in posa genuflessa, sul limitare di un bosco. Sopra al fregio della parete sud/est, che parrebbe quella principale, sono dipinti due angeli in volo, mentre al centro del fregio è presente un cartiglio con tracce di un’iscrizione non più decifrabile. Sulla facciata della parrocchiale è invece murata un’epigrafe seicentesca che ricorda tra le feste votive quelle dei santi Sebastiano, Pantaleone e Rocco da cui si ricava la possibile identificazione del terzo santo al quale sarebbe dedicato il ciclo con Pantaleone.

I dipinti, ad oggi pressoché sconosciuti, soprattutto a causa della difficile accessibilità al sito, sono, secondo Vincenzo Gheroldi, attribuibili a Girolamo Romanino. Lo studioso ha successivamente inserito le opere nel panorama ancora poco noto della pittura bresciana fra la fine del primo e l’inizio del secondo decennio del Cinquecento. La proposta, fondata su una serie incrociata di valutazioni tecniche e confronti stilistici, attende ulteriori e necessarie verifiche. Se le considerazioni odierne potranno trovare conferma grazie a studi mirati, la testimonianza pittorica di Peschiera Maraglio andrebbe a costituire, insieme ai dipinti di San Pietro a Tavernola Bergamasca, un fondamentale documento della pittura murale di primo Cinquecento.

 

Sara Marazzani

Per saperne di più:

GHEROLDI V., Romanino “bonissimo pratico”. Forme di ricezione e tecniche di pittura murale, in Romanino un Pittore in rivolta nel Rinascimento italiano, catalogo della mostra (Trento, Castello del Buonconsiglio, 29 luglio – 29 ottobre 2006), a cura di CAMERLENGO L., CHINI E., FRANGI F., DE GRAMATICA F., Cinisello Balsamo (Mi) 2006.

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