Chiesa di San Lorenzo a Fraine


La chiesa di Fraine, la più lontana ed elevata delle frazioni di Pisogne, sorge all’apice del paese, in corrispondenza dell’antica strada maestra che da Brescia conduceva in Val Camonica.

L’edificio attuale, che segue l’orientamento canonico, sostituisce due precedenti strutture, una attestata almeno dal 1382, l’altra eretta nel 1481, quando la chiesa assunse il titolo parrocchiale. Il secondo corpo di fabbrica fu in parte conservato nella ristrutturazione settecentesca, avviata nel 1749 su disegno dell’architetto Luca Lucchini.

La facciata, a due ordini, è sormontata da un timpano triangolare molto aggettante, come il marcapiano che divide gli ordini stessi, e scandita da larghe lesene con capitelli di ordine ionico (fascia superiore) e dorico (fascia inferiore); queste inquadrano rispettivamente un’ampia finestra rettangolare e l’elegante portale in marmo di Botticino, ornato con soluzioni piacevolmente decorative, come i due cartigli quadrilobati mistilinei che interrompono a metà gli stipiti e la valva di conchiglia che conclude il timpano ad arco ribassato. Finemente intagliati sono anche i battenti della porta lignea (sec. XVIII).

Le statue di stucco e legno dipinte di bianco nelle quattro nicchie sono di diversi autori ed epoche: se San Sebastiano richiama uno stile seicentesco e Santa Giulia è ottocentesca, più interessanti sono quelle nella fascia superiore: San Paolo e San Pietro (anche se la seconda sembrerebbe incompiuta o integrata successivamente), che sono state assegnate a Beniamino Simoni, noto per la Via Crucis di Cerveno e autore di altre statue in stucco bianco entro nicchie ricavate sulle pareti laterali all’interno della chiesa e dagli elaborati profili in stucco (San Giovanni Battista, San Domenico, San Giuseppe, San Giovanni Battista). Il campanile fu eretto nel XVIII secolo.

L’interno, con ampie finestre, ad aula unica e con due cappelle per lato, è caratterizzato da una decorazione unitaria di dipinti murali, stucchi opera di maestri comacini e statue in stile “rocaille”, che ne fanno uno degli esempi più interessanti della cultura figurativa poco dopo la metà del ‘700 nell’area sebina. Di particolare rilievo è la presenza di uno dei pittori più “internazionali” del Settecento italiano, Carlo Innocenzo Carloni. Nato in Val d’Intelvi ma formatosi fra la Lombardia e il Veneto, fu attivo presso le più importanti corti europee, prima di lavorare a lungo nella sua età matura per Brescia e il circondario. A lui, forse con la collaborazione di aiuti, spettano gli affreschi, entro cornici mistilinee in stucco, della volta con San Lorenzo e papa Sisto condotti al martirio e San Lorenzo sottoposto a giudizio, quelli del presbiterio: Gloria di san Lorenzo nella cupola, gli Evangelisti nei pennacchi, Cristo nell’orto nella lunetta (tutti del 1758 ca.). Sua è soprattutto l’incantevole, e vivacissima per atteggiamenti e per cromia, Adorazione dei Magi (1758) su tela sagomata nella controfacciata.

L’intervento di Carloni nella parrocchiale di Fraine si completa con altri dipinti su tela: Le anime purganti, di materia intangibile come fumo e inserita entro una ricchissima cornice lignea del ‘700, una seconda pala (La Madonna col Bambino e i santi Carlo Borromeo, Francesco Saverio e Andrea Avellino), e l’Ultima cena, collocati rispettivamente nella prima cappella di destra, nella prima di sinistra e nel lato sud del presbiterio. Alcuni elementi dell’apparato decorativo sono stati sicuramente recuperati dalla chiesa preesistente: così è per la grandiosa tela dell’altar maggiore, il Martirio di san Lorenzo, che riprende un modello tizianesco in forme prepotentemente espressive. Ancora non ne è stato individuato l’autore, ma si tratta quasi sicuramente di un pittore bresciano attivo nell’ultimo quarto del ‘500, aggiornato sulla coeva cultura figurativa di Roma e di Venezia.

Nel presbiterio le due gradevoli tele del ‘700, di formato ovale, entro preziose cornici intagliate con motivi a foglie d’acanto vengono giustamente attribuite ad Angelo Paglia, figlio del più celebre pittore bresciano Francesco Paglia.

Nell’arredo ligneo della chiesa, destano interesse, nel presbiterio, il sedile per i celebranti (XVIII secolo) e il coro ligneo (inizio del XIX secolo). Pregevoli sono anche alcuni altari lapidei: il più antico, a commesso marmoreo, è dedicato al Crocefisso; databili al tardo ‘700 sono altri due, assai simili fra loro anche nell’alzato e intitolati rispettivamente ai santi Carlo e Francesco Saverio e alla Madonna del Rosario. Ma in questo modesti sono la statua della Vergine e i Misteri, di artisti diversi e diseguale livello qualitativo.

 

Fiorella Frisoni

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