Il nucleo storico di Solto Collina


Il borgo di Solto (dal latino saltus, ovvero bosco, foresta) si trova su un pianoro di raccordo tra la Val Cavallina e il Sebino bergamasco; le prime frequentazioni del territorio risalgono all’epoca preistorica e sono attestate nella vicina frazione di Esmate, ove si conservano anche resti di abitazioni di epoca medievale (tra Via Monte Clemo e Via Garibaldi).

Fin dall’epoca medievale l’abitato di Solto era di tipo sparso e non organizzato attorno ad un centro ben definito: l’organizzazione policentrica prevedeva la suddivisione del territorio collinare in diverse contrade (CanzanicoCastelloSconico e Dosso): vi erano, quindi, diversi contesti insediativi che sorgevano attorno a edifici fortificati, dove è ancora visibile la caratteristica architettura in pietra di tipo fortificato (torri e castello) e civile (abitazioni e portali d’accesso).

In contrada Castello, a est del centro del paese, si conservano alcune strutture del Castello di Solto (oggi dimora privata) che nell’XI secolo fu concesso in feudo per sette generazioni alla famiglia dei Sumate di Solto; questa, sostenuta dal vescovo Arnolfo (1077-1098), provò a contrastare l’espansione nel territorio di altre famiglie cittadine, ma la caduta del vescovo arrestò questo tentativo. Ancora nel XII secolo i signori di Solto dovettero restituire i propri beni al vescovo, tra cui la rocca, che fino al 1154 era governata da quattro consoli, due dei quali appartenevano ancora ai Solto.

Nel 1221 il castello era in mano a tre consorterie nate da rami diversi dei Solto (i Codeferri, i Colombini e gli Oldrati), che mettevano il fortilizio a disposizione del Comune di Bergamo. L’anno successivo Solto passò sotto la giurisdizione di Bergamo, e le famiglie locali furono esautorate dei loro diritti feudali e costrette a cedere le fortificazioni; subentrarono quindi i Foresti che, come indica il nome stesso, non erano originari della zona, ma di estrazione cittadina per controllare aree periferiche lontane da Bergamo: lo stemma dei Foresti, decorato con strisce oblique e un’aquila coronata, si trova in diversi angoli del paese.

Tra i personaggi più rappresentativi della famiglia si ricorda Matteo Foresti che nel 1327 si aggregò all’esercito dell’imperatore Ludovico il Bavaro che dalla Valle Camonica era diretto a Milano: in riconoscenza di questo, nel 1331 l’imperatore istituì la Contea di Solto, insignendo Matteo del titolo di conte palatino e garantendo indennità e privilegi a lui e ai suoi discendenti.

Lo statuto di Bergamo del 1353 menziona il comune di Solto cum unione e nel 1391 furono aggiunti Ripe Solti e Castro cum unione; Solto faceva parte della facta della porta di Sant’Andrea de foris e nel 1376 apparteneva alla squadra di Calepio, Solto e Lovereincludendo tutto il fronte occidentale del Sebino bergamasco. Con l’affermazione delle signorie territoriali, i Visconti conquistano l’alto Sebino e imposero rigorose prescrizioni ai signori della zona, tra cui i Foresti di Solto che avevano il controllo delle merci che arrivavano dal lago. Il dominio ghibellino durò pochi anni prima del controllo veneziano (1428), che accolse i guelfi, rifugiati nelle valli del Sebino, sotto il proprio dominio.

Sempre nella contrada Castello, dove oggi sorge la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, nel XII secolo c’era la chiesa plebana di Solto – di cui non si conservano tracce -, che aveva il diritto di battesimo. Prima del 1260 questa chiesa fu inserita entro la nuova circoscrizione plebana di San Lorenzo a Cavellas (Casazza, in Val Cavallina); presso la chiesa si trovano le strutture medievali della casa dell’arciprete. Altre strutture fortificate e civili si possono vedere in contrada Canzanico (torre e casa Foresti), in contrada Sconico (torre Sconico) e in contrada Dosso (abitazioni e torri).

 

Federica Matteoni

 

Per saperne di più:

BELLINI B., La collina di Solto, Cisano Bergamasco (Bg) 1961.

SALVINI F., Solto Collina tra storia e natura, Gianico (Bs) 2003.

 

Foto copertina: Linoolmostudio

 

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