Contrada Fosio


Attraversato il ponte che collega Paratico a Sarnico in direzione della sponda bergamasca, è possibile seguire, per breve tratto, il corso dell’acqua verso la diga di sbarramento. In quel punto il Sebino abbandona il proprio nome per ridiventare fiume Oglio. Ci si arriva attraverso una strada piuttosto sopraelevata e panoramica (via Manzoni) che permette di cogliere il naturale restringimento del bacino lacustre.

A partire dalla Cappella dei morti della peste del 1630, nel punto più alto di via Manzoni, ci si trova nella località Fosio (non è frazione), ormai congiunta al centro di Sarnico. Da lì la strada scende fino a un ristretto nucleo abitato che fino al 1929 faceva parte del comune di Villongo Sant’Alessandro. Furono il riordino delle circoscrizioni comunali operato da Mussolini ad accorpare Fosio, come Castione, al comune di Sarnico. Gli abitanti della piccola contrada, del resto, avevano già chiesto tale annessione nel 1921. Fosio conobbe, quindi, una nuova vita sociale, economica e religiosa. In particolare fu la grande opera di costruzione della diga (1931-1933) a creare una nuova stanzialità.

La complicità sociale ed economica tra Fosio e Sarnico è, tuttavia, ben più antica. Intorno alla metà del Cinquecento la località col suo porticciolo fu la sede del primo mercato di Sarnico, poiché facilitato dalla navigazione della seriola Fusia con zattere per il trasporto delle merci per Palazzolo e il territorio bresciano circostante. Col passare del tempo, il mercato si spostò gradualmente sulle piazze antistanti il centro di Sarnico e prospicienti il lago.

La Cappella votiva dei morti della peste del 1630 fu innalzata dalla comunità di Sarnico nel 1633: preceduta da un portico sostenuto da due pilastri, presentava immagini macabre per la meditazione dei viandanti e degli abitanti. Nel 1787, otto anni dopo che il vaiolo aveva infierito tragicamente sul paese, la cappella venne rinnovata; in seguito fu chiusa al culto e trasformata in magazzino. La cappella fu restituita alla sua destinazione nel 1836, quando Sarnico fu investita da un’epidemia di colera. Gli affreschi furono ricoperti da un’imbiancatura. Oggi sono tornati visibili e con essi le scritte di monito sui pilastri del portico. Nel 1938 la cappella fu abbellita all’interno con le figure di San Rocco, opera di Tarcisio Zambelli, e di San Carlo di Bengiutti da Ponteranica.

Non lontano dalla diga sorge la chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù. È la più moderna del territorio di Sarnico, costruita nel 1929 per soddisfare le esigenze della popolazione di Fosio. Venne ideata dall’architetto Dante Fornoni di Bergamo, figlio del più noto Elia. La chiesa è a navata unica a sesto acuto, di semplice fattura, con un unico altare al centro. Le decorazioni e le pitture interne sono opera degli stessi artisti attivi nel 1938 nella Cappella dei morti.

Iniziativa realizzata nell’ambito del bando Wonderfood & Wine di Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia per la promozione di Sapore inLOMBARDIA

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