Giornata di studi e inaugurazione mostra “Il privilegio ritrovato. Lovere 1409-2017”
Saturday 6 May 2017 - h. 16:00
Il Comune di Lovere, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti Tadini e l’Archivio di Stato di Roma e la condivisione di numerosi Enti, organizzano una giornata di studi ed una mostra dal titolo “Il privilegio ritrovato – Lovere 1409-2017 – Il ritorno della pergamena di Pandolfo III Malatesti dall’Archivio di Stato di Roma”.
L’iniziativa – spiega il Sindaco di Lovere Giovanni Guizzetti – conclude la serie di eventi, denominati “Celebrazioni Malatestiane”, promossi dall’Amministrazione comunale nel corso del 2015 e 2016 per ricordare i seicento anni dall’assedio di Lovere da parte delle truppe di Pandolfo III Malatesti (3 novembre 1414) con la finalità di valorizzare il periodo medievale tra i più importanti per la storia della nostra Cittadina in considerazione dell’inestimabile patrimonio architettonico ed artistico ancora presente soprattutto nel Borgo antico.
La giornata studi di sabato 6 maggio 2017 approfondirà il tema del privilegio di Lovere, inquadrandolo nelle vicende degli stati italiani dell’epoca e di quelle della signoria malatestiana in questi territori. Saranno inoltre comunicate ricerche originali sulla storia di Lovere di Gabriele Medolago, Francesco Macario e Francesco Nezosi.
L’evento clou – racconta Guizzetti – sarà rappresentato dall’esposizione della pergamena con la quale nel 1409 Pandolfo concedeva dei privilegi in cambio dell’asservimento alla sua Signoria di Lovere. Tale documento è stato recentemente ritrovato all’Archivio di Stato di Roma e quindi potrà ritornare a Lovere restaurato grazie al contributo del nostro Comune dopo seicento anni.
L’incontro avrà inizio alle ore 16:00 presso la Sala degli Affreschi dell’Accademia Tadini e si svolgerà secondo il seguente programma:
Saluti istituzionali
- dr Giovanni Guizzetti, Sindaco di Lovere;
- dr Maurizio Savoja, Soprintendente della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Lombardia;
- dr Paolo Buonora, direttore dell’Archivio di Stato di Roma;
- dr Mauro Livraga, direttore degli Archivi di Stato di Bergamo e di Verbania;
- dr Marco Albertario, direttore dell’Accademia Tadini di Lovere.
Interventi
- Paolo Buonora, “Discontinuità territoriali e antichi Stati italiani”;
- Francesco Macario, “Lovere nel 1409”;
- Francesco Nezosi, “I contenuti del privilegio”;
- Gabriele Medolago, “Il privilegio di Lovere: motivazioni e vicende”;
- Ersilia Graziani e Maria Antonietta Quesada, “Costantino Corvisieri e le pergamene dell’Archivio di Stato di Roma”.
Alle 18:15 avrà luogo l’inaugurazione della mostra che presenterà la preziosa pergamena oltre ad altri importanti pezzi quali la copia del 1410, la trascrizione ottocentesca di Don Rusticano Barboglio ed altri manoscritti che parlano del privilegio e della vicenda. I pezzi provengono dall’Archivio di Stato di Roma, dalla Biblioteca Civica “Angelo Mai” di Bergamo e dalla Biblioteca Marinoni presso la Biblioteca comunale di Lovere.
Come raccontato da Gabriele Medolago, curatore della mostra, il privilegio rilasciato da Pandolfo III Malatesti (1370-1427), signore di Fano (1385-1427), Brescia (1404-1421) e Bergamo (1408-1419), il 26 novembre 1409 concesse un ampio privilegio alle Comunità di Lovere e della Costa (sostanzialmente Costa Volpino) per acquisire anche questi territori al suo dominio.
I Loveresi, ghibellini e filoviscontei, erano tutt’altro che favorevoli alla dominazione di Pandolfo e il privilegio fu un modo per ingraziarseli. L’accordo non durò molto e già nel 1413 i Loveresi ed i Camuni si ribellarono a Pandolfo che nel seguente 1414 costituì un “esercito contro Lovere e Val Camonica”, prese con la forza il paese, ne scacciò gli abitanti e lo divise in due, cedendolo agli abitanti di Val Seriana Superiore ed a quelli di Castro. I Loveresi poterono tornare nelle loro case solo dopo la caduta di Pandolfo, nel 1419-1421.
Il documento originale, conservato a Lovere, venne alienato nel XIX secolo e da allora se ne erano perse completamente le tracce e si pensava fosse andato perduto. Il suo testo era noto solamente attraverso due copie, una del 1410 ed una della prima metà dell’ ‘800. Durante recenti ricerche all’Archivio di Stato di Roma è stato fortunatamente ritrovato insieme con numerose altre pergamene loveresi. Da allora sono iniziati ulteriori studi che hanno portato a scoprire come queste pergamene fossero state vendute ad un antiquario di Bergamo e passate successivamente in mano ad un collezionista e studioso romano, Costantino Corvisieri, e poi acquistate dal Ministero della Pubblica Istruzione e conservate nell’Archivio di Stato di Roma.